Se si cerca un po’ sul web o sui giornali che si occupano di moda, si trovano facilmente articoli che provano a raccontare perché indossiamo quello che indossiamo.
Qualcuno parla persino di psicologia dell’abbigliamento, dunque sembrerebbe proprio che l’abbigliarsi, come ci vestiamo, sia da considerare un comportamento che rivela la nostra psicologia. Ciò è come dire che il nostro modo di vestire racconta agli altri chi siamo e come ci sentiamo in quel momento.
Il nostro stato d’animo ha quindi un forte effetto sul nostro outfit quotidiano. Quando siamo tristi prediligiamo i colori scuri, scuri come il nostro umore. Se non ci sentiamo sicuri di noi mettiamo cose che coprono le forme e colori anonimi, perfetti per passare inosservati.
Quando siamo indecisi, neanche un closet degno della Ferragni può evitarci la fatidica domanda: “Cosa mi metto?”, spesso seguita da un tanto tristissimo quanto inverosimile “non ho niente da mettermi”.
Al contrario, nei momenti di euforia potremmo anche indossare con naturalezza un fashinator con piume di struzzo alla stregua delle britanniche teste coronate ad Ascot o abbinare con orgoglio e spavalderia righe e pois (non escludo che possano star bene insieme).
Per molti di noi queste azioni sono inconsapevoli, altri hanno fatto di queste associazioni il sapere alla base del proprio lavoro e dispensano consigli.

Ci insegnano che i dettagli e gli accessori li possiamo sfoggiare per distrarre da ciò su cui non vogliamo puntare l’attenzione o per sembrare più sofisticati di quanto siamo in realtà.
Per dirne solo un’altra raccontano che le righe allargano e il nero sfina, che il lungo accorcia e il longuette slancia.
Poi ci dicono anche cosa va di moda, per essere “in”, perché si sa essere “out” non è gradevole.
Ma cosa vuol dire essere di moda? sotto sotto sento un messaggio che suona un po’ così “meglio sembrare “in” che essere se stessi”
Riflettendo penso che questo messaggio nasconda un’illusione. L’illusione della perfezione.
Se siamo noi stessi siamo imperfetti di default, nessuno è perfetto, consoliamoci, neanche Gigi Hadid. Anche se più la guardo e più mi pare che possa essere l’eccezione che conferma la regola.
Se invece siamo di moda e siamo “in” allora siamo popolari, avvantaggiati, sorridenti, tendenzialmente alti e magri, ricchi e soprattutto felici, sempre felici!
Allora mi chiedo, cosa sono questi messaggi; dritte per valorizzare chi siamo e come siamo fatte? oppure suggerimenti per apparire ciò che non siamo?
Un modo per esprimerci al meglio o per nasconderci di più?
Le risposte a queste domande le lascio a voi e al vostro modo di sentirvi quando aprirete l’armadio.
Però per concludere ispiriamoci al detto “l’uomo è il suo abito” perché l’apparenza è tutto! Non nel senso di una superiorità dell’apparire sull’essere, ma nel senso che il modo di presentarsi è cruciale nei rapporti umani.
Cosa indossiamo è il nostro biglietto da visita, il nostro modo per dire “eccomi, sono io e sono così”.
Apparire è il modo che abbiamo per mostrare il nostro essere, quindi ogni giorno, ovunque voi siate pensiate o facciate, indossate liberamente voi stessi!

Federica Brucchietti
Psicologa Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia della Salute
Appassionata di shopping

Author tlabmoda

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